Pagina:Cantoni - Trattato completo di agricoltura, 1855, I.djvu/453


rinnovamento dei prati vecchi. 445


§ 459. Ora non mi resta che di parlarvi del modo di spandere il concime, e mi limiterò a quello da stalla, poichè per gli altri basta quanto già vi dissi.

Il concime minuto, e possibilmente mescolato a terra, dev’essere sparso poco tempo prima che i prati cominciano a muovere od a rinverdirsi, in tempo non ventoso e che prometta vicina la pioggia, nella quantità di poco più che otto metri cubi per ettaro; si deve poi spanderlo equabilmente, avvertendo di abbondare piuttosto nella parte alta che bassa del prato, e più nella parte alta che bassa di ciascun’ala, perchè l’acqua tende sempre a portarlo inferiormente. Se dopo d’aver sparso il letame riuscisse un poco grosso od agglomerato, abbisognerà romperlo e sminuzzarlo con scope o con forche; poi, avanti che l’erba cominci a crescere, si forma una strusa con rami intrecciati, che tirata da buoi o da cavalli, si fa passare sul prato onde meglio triturare il concime e farla penetrare nella cotica. Dopo di ciò con un rastrello si levano le parti grosse, le quali possono servire per concimare le piantagioni; si monda il prato dai sassi, od altri ingombri che potessero nuocere al taglio, e finalmente lo si può comprimere con un rullo o borione di sasso, lungo 1m,50 ed alto almeno 0m,70. Questa compressione che si fa col borione giova a rassodare la cotica, a togliere le piccole ineguaglianze, le pedate del bestiame e le solcature dei carri; e così la superficie del prato resta meglio disposta per l’irrigazione.

Fatte queste operazioni, si passa a rimontare gli argini coll’acqua, nel modo che ho già indicato coi prati nuovi e colle marcite, avvertendo di non fare possibilmente colatura per non dilavare il prato, o di farne soltanto quanto basti per arginare quelle porzioni che, per la loro disposizione, dovessero irrigarsi colle colature.

rinnovamento dei prati vecchi.

§ 460. Spesso i prati col lungo andar del tempo, non essendo mai concimati con letame minuto, od anche perchè falciati troppo alti, riducono la cotica così alta e spugnosa che la loro nutrizione diviene difficile; scompajono le erbe più gentili e migliori, e soltanto vi possono resistere quelle più legnose e di minor conto.

Altre volte invece, o perchè il terreno sia troppo argilloso