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la cotica che rimanesse scoperta, trovandosi inumidita, sarebbe facilmente sollevata con grave danno.

In questo modo alla fine di novembre od al principio di dicembre si può avere un taglio d’erba, e poi rimettendovi l’acqua, se ne potrà fare un altro tra la fine di febbrajo od il principio di marzo, dove però il clima non sia molto freddo e dove le acque si mantengano almeno a 3° o 4° sopra il gelo. In certi casi si possono usare come marcite anche i prati irrigatorj stabili che abbiano una buona livellazione ed un facile scolo.

Nei paesi un poco freddi, o dove l’acqua sia fredda per sua natura e facilmente possa gelare sul prato, non conviene la marcita jemale, ma sarà bene utilizzarla nell’autunno sin a tanto che incominci a gelare; ed in primavera appena che vedasi cessato il pericolo di forte gelo. In questa maniera si migliorerebbero le cotiche dei prati, perchè questa sorta d’irrigazione continua, ma non stagnante, è la più adatta allo sviluppo delle migliori erbe pratensi. Inoltre, l’erba cresciuta in autunno difenderebbe la cotica dal freddo, e marcendo servirebbe di concime; coll’irrigazione di primavera si avrebbe un taglio precoce verso la fine di marzo od al principio d’aprile, o per lo meno si aumenterebbe di un buon quarto il prodotto del prato. Molti usano di irrigare in questo modo alcuni prati nell’autunno; nell’inverno scaricano l’acqua altrove, e nella primavera la dispongono su d’altri prati.

cure annuali pei prati.

§ 457. Tutti gli anni, oltre allo spurgo del cavo d’estrazione e delle sue principali divisioni, che si fa di primavera, devonsi nell’autunno, o nell’inverno, o sul suo finire, espurgare tutte le adacquatrici maestre e secondarie, non che tutti i fossi colatori. Siccome poi nelle ultime parti del cavo tendono a fermarsi le foglie e le parti più fine terrose, così questo spurgo non è cosa sprezzabile, ma se ne deve tener conto come se fosse un concime. Perciò messa a parte e lasciata in mucchi quella porzione che può occorrere a ristabilire gli argini pel venturo anno, la rimanente si può gettare presto sull’ale del prato a polverizzarsi all’aria, oppure, il che è meglio, si conduce ove si fa l’ammasso del letame da stalla per poi mescolarvelo, singolarmente se contengansi molte foglie. Oltre a ciò devonsi allineare i cigli delle adacquatrici e dei