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marcite. | 441 |
Non si dovrebbe poi irrigare nei due o tre giorni che precedono il taglio dell'erba per non ritardarne il disseccamento, e per non inumidire e render molle di troppo la cotica, cosa che farebbe più difficile ii trasporto del fieno, e che lascerebbe troppo profonde solcature nel terreno. Dopo raccolto il fieno invece s’irrighi subito il prato e possibilmente di notte, acciò non asciughi rapidamente. Come pure, nei prati appena concimati, si dovrà usare una lentissima irrigazione, capace soltanto d’inumidirli ed in modo quasi da non far colature, singolarmente se queste andassero sopra fondo altrui.
marcite.
§ 455. Le marcite sono quei prati stabili sui quali, scorrendo l’acqua d’inverno, e restando per tal modo impedito il gelo od il troppo raffreddamento della cotica, possono vegetare anche in tempi in cui le altre praterie giacciono inerti.
Di questi prati marcitori ne esistevano in Lombardia anche nel 1233, ma soltanto da circa cinquant’anni furono ridotti a quella perfezione cui li vediamo giunti oggidì; con che, essendosi ottenuto di consumare una minor quantità d’acqua, si potè aumentarne l’estensione.
La loro formazione non differisce da quella dei prati stabili se non per la maggior esattezza di livellazione, tanto delle adacquatrici che delle ale, le quali devono avere una pendenza doppia, ed un terzo meno di larghezza; ben inteso che si darà una maggior pendenza ed una minor larghezza alle ale quando l’acqua non sia molto calda o facile a gelare. La miglior semente per la marcita è la lojessa e la pagliana perchè soffrono poco il freddo e crescono altissime. L’esposizione deve essere sempre quella di mezzogiorno, colle adacquatrici a doppia pendenza, i cui colatori, che devono essere più profondi, si riuniscono in un solo, il quale suddivide nuovamente le acque ad altre adacquatrici (fig. 131). Dove le colature riescono ancora calde si possono usare immediatamente come si usa pei prati stabili (fig. 130); ma quando si raffreddano molto nel passare sulle ale, abbisognerà, dopo d’averle riunite, farle scorrere per maggior tratto, onde abbiano tempo d’acquistare una temperatura alquanto maggiore.
Le migliori acque per la marcita sono quelle dei fontanili, usate più davvicino che si può; perchè appena uscite da terra, nell’inverno, conservano una temperatura maggiore dell’at-