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440 del prato stabile irrigatorio.

che nella porzione inferiore; e la seconda meglio soddisfa ad una eguale suddivisione di acqua colatizia, specialmente per la marcita. D’estate poi è 131.
Marcita e prato con colatore comune.
di grandissimo vantaggio il poter usare le colature più davvicino che si può alla prima irrigazione, perchè l’acqua resta più calda, più carica di materie fertilizzanti levate alla porzione superiore, e perchè, il decorso essendo breve, l’evaporazione riesce minore; inoltre il pratajuolo o camparo che eseguisce l’irrigazione, più comodamente può invigilare all’andamento dell’acqua viva e delle colature.

Sul modo d’irrigare questi prati non si può indicare una regola costante, dipendendo tutto dalla loro speciale situazione e disposizione, solo dirò che nell’introdurre l’acqua nelle adacquatrici secondarie, non se ne deve introdurre una quantità maggiore dell’occorrente, per non consumarla inutilmente a danno dei cigli delle adacquatrici, e per non produrre un soverchio raffreddamento e dilavamento delle ale. Quando l’acqua sia abbondante si apra piuttosto contemporaneamente l’adito a due o tre adacquatrici di seguito. L’acqua sulle ale non deve scorrere troppo rapida perchè meglio ne restino imbevute. Giunta l’acqua presso il colatore si deve toglierla ad una adacquatrice per aprirle l’adito in un’altra; oppure, se l’adacquatrice sarà a varj piani o portate, la si lascerà defluire nella portata più bassa. Quando però la colatura serve immediatamente alla porzione inferiore del prato, si dovrà aver cura che questa riesca sufficiente anche nei momenti di grande siccità, ossia abbisogna trattenere per maggior tempo l’acqua viva nella porzione superiore onde dar luogo ad una maggior quantità di colature.