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prato stabile irrigatorio. 437

mente si riconosce la quantità di terra disponibile; e quindi anche la possibilità di un maggiore o minore trasporto di terra.

Allora, se il terreno avrà pochissima inclinazione, si manterrà l’adacquatrice ad un solo livello, altrimenti si disporrà a varie livellette o portate, comunicanti tra loro per mezzo di bocchette. Per ciò si pongono in terra molti picchetti sulla linea dell’adacquatrice, e poi col livello s’incomincia a prendere un’altezza media della porzione superiore, o dell'intero campo; quest’altezza media si fissa o si determina con un picchetto infisso e livellato, e poi si riduce allo stesso livello un certo numero di picchetti della parte superiore o più alta, in modo che la terra che sopravanza da questi sia sufficiente a ridurre allo stesso livello un certo numero di picchetti inferiori che resterebbero al di sopra del terreno; quando la terra levata superiormente manca, e non si possa più innalzare il livello degli inferiori, si passa a prendere un’altra altezza media del terreno inferiore e così via via sino alla fine del campo. Dal livello poi delle adacquatrici a quello del fossetto colatore deve esservi la voluta pendenza di circa 1/60, ossia sopra una larghezza di metri 12 vi saranno centimetri 20 di pendenza. Il fossetto colatore deve avere una pendenza continua per smaltire opportunamente le colature sino alla fine del prato.

Disposta la terra a piano inclinato fra il livello dell’adacquatrice e quello del colatore, si concima, si vanga e si semina, come si fa per la spianata, con avena, oppure con sole sementi da prato. Ma volendosi in questo caso avere una qualità d’erba migliore, giova assai spargervi, unitamente alla lojessa ed al trefoglio, molto fiorume o bulla di fieno maturo d’altri prati. Il miglior fiorume è quello del fieno agostano, ossia del 2.° taglio, perchè è sempre il più maturo. È buona anche la bulla che si raccoglie nelle mangiatoje, o presso i fienili ove si carica e scarica il fieno.

La semente si ricopre di terra per mezzo di un rastrello, col quale si procurerà di appianare più che si può il terreno, che poi con un rullo o borlone pesante di sasso si comprime ed appiana maggiormente.

Quando il terreno sia già buono e non ingombro di cattive erbe, basterà fare i trasporti di terra nell’inverno; ed in primavera colla vanga si fanno le altre più esatte riduzioni. Tutte queste operazioni però esigono che il terreno sia scorrevole.