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del prato a spianata. 433

due o tre bocchette per volta, come già si è fatto nella metà già irrigata superiormente.

Questo prato da vicenda perchè sia di maggior riuscita convien farlo in primavera colla semina dell’avena. Per ciò, si ara o si vanga il campo in autunno, lasciando in piedi le zolle, onde si frantumino e si polverizzino col gelo, colle pioggie e coll’aria. Usando dell’aratro, converrà lavorare una seconda volta il terreno al principio di febbrajo, poi spandere il concime per lavorarlo di nuovo, e seminarlo alla fine di febbrajo od al principio di marzo; adoperando la vanga si può lavorare una sol volta.

Prima di seminare la biada, si dia un’erpicatura grossolana al traverso dei solchi per diminuire il rialzo delle prose; seminata, si erpichi pel lungo, indi si spanda la semente di lojessa e trefoglio, la quale si coprirà con un rastrello, che serve ad appianare meglio il terreno.

La quantità della semente è misurata dall’occhio e dalla pratica; i semi del trifoglio, essendo minuti, converrà mescolarli a sabbia fina o cenere, per ispanderli più uniformemente. Generalmente si usa abbondare un poco.

Nate le sementi, si dispone il terreno a ricevere l’irrigazione, tracciando le bocchette ed i rigagnoli che si diramano ai solchi, e le adacquatrici secondarie, se occorrono. La terra cavata si spande all'ingiro e la si spiana, o la si adopera per rialzare quelle depressioni che potessero impedire il regolare andamento dell’acqua.

Perchè l’irrigazione riesca più facile, e l’infiltrazione succeda per tutto il terreno, importa che le ajuole o prose non siano larghe più di 1m,50, altrimenti nel mezzo vi potrebbe essere una lista non adacquata, oppure abbisognerebbe lasciar stanziare per troppo tempo l’acqua affinchè s’imbevano totalmente.

Il modo d’irrigazione pei prati a vicenda, serve anche per i campi coltivati a cereali, tanto disposti in ajuole, quanto in linee rincalzate, come avviene pel melgone.

Il prodotto di questi prati non è costante, anzi dopo un certo numero d’anni diminuisce di molto, e non compensa più nè l’acqua nè il concime. Nel primo anno si ha un taglio misto a stoppie, ed un taglio in autunno di sol trefoglio e lojessa. Nel secondo anno, e nei successivi, se ne hanno tre, più un’erba autunnale tardiva, detta quartirola, la quale, ad eccezione del primo ed anche del secondo anno, nei terreni