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432 | del prato a spianata. |
ho detto di non lasciare che l’acqua arrivi da sè sino alla fine del campo, perchè, anche otturando le bocchette, l’acqua che scorre nella porzione superiore ha tempo di venir in basso e di irrigare a sufficienza l’ultima porzione, fuor che il terreno fosse estremamente leggiero. Così risparmiasi di far colature, singolarmente allorchè non potessero servire altrimenti (fig. 127, parte A).
Quando il campo fosse molto lungo, allora l’acqua impiegherebbe troppo tempo a spingersi fino alla parte più bassa, raffredderebbe troppo il terreno superiore, che è il primo ad assorbire l’acqua, e difficilmente e con gran consumo d’acqua si arriverebbe ad irrigare completamente. In tale circostanza si divide il campo in due porzioni conducendo dall’adacquatrice superiore una diramazione lungo il lato più alto del campo, che poi si dirige a traverso come una seconda adacquatrice. Questa pure si dispone a bocchette, ponendo la terra cavata sul margine inferiore della porzione superiore, onde impedire che l’acqua di questa seconda adacquatrice rigurgiti nei solchi della prima porzione. Si avrà in pari tempo l’avvertenza che questa divisione cada un poco al disotto del mezzo, perchè l’acqua della parte superiore irriga una maggior estensione, avendo una spinta maggiore (parte A e B).
Queste divisioni si fanno anche quando il campo non abbia una regolare pendenza da un sol lato, per cui debbasi condur l’acqua sulle porzioni più alte. Così, irrigata la prima porzione, si apre il sostegno o l’usciaja che dà ingresso all’acqua nella diramazione secondaria, e si impedisce che continui a scorrere nella prima, col disporre attraverso qualche altro sostegno, od abbassando l’usciaja se vi ha incastro; giunta poi l’acqua nell’adacquatrice di mezzo, si procede a