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428 prato naturale.


Il prato naturale può rinvenirsi anche al piano nei terreni umidi, ma in tal caso, se questi mancano di scolo, può dirsi piuttosto un lischeto o canneto che un prato; sui monti, diconsi anche Pascoli ed Alpi perchè in alcuni di essi, dopo un primo taglio, l’erba vien pascolata o fatta mangiare sul posto; in altri, e specialmente in quelli posti a maggior altezza, per mancanza di comodità, o perchè l’erba non matura abbastanza, essa viene totalmente pascolata.

L’irrigazione in questi prati non può essere che irregolare, variando l’acqua ordinariamente in quantità, lasciandosi vedere soltanto dopo le piogge od all’epoca dello scioglimento delle nevi; e, quando anche è costante, bisogna accontentarsi di condurla per piccoli rigagnoli sulle prominenze naturali del terreno, dalle quali poi scende ad irrigare le parti più basse. Ma queste prominenze non essendo distribuite regolarmente, avviene che l’irrigazione in alcuni luoghi sia soverchia ed in altri scarsa od affatto nulla. Queste acque si sostengono e si deviano dal loro letto naturale, come già dissi, con rialzi di legno, di terra o di sassi, i quali in caso di forte pioggia possano essere trascinati in basso e lasciar libero lo sfogo all’acqua sovrabbondante lungo il suo corso naturale, senza che faccia danno al pascolo.

Il prodotto di questi prati è tardo, ineguale ed anche scarso, perchè l’irrigazione è irregolare, perchè il terreno non è egualmente profondo dappertutto, e perchè non vengono quasi mai concimati.

Inoltre, quelli che giacciono su forte pendio, e che sotto vi stia la roccia, oppure un terreno argilloso in modo che l’acqua si raccolga sotto la cotica del prato, può avvenire che in seguito a forti pioggie, a copiose infiltrazioni, ed anche per corrosione degli stessi rigagnoli d’irrigazione, il terreno ìmbevuto si stacchi dal sottoposto, e scenda in basso in porzioni più o meno considerevoli. A prevenire possibilmente questo pericolo, giova piantare in linea orizzontale al pendio dei piantoni di salice tenuto basso, oppure educare ceppate di onizzo o di faggio, le quali, approfondando le radici, servono di sostegno al terreno più superficiale. In tal caso si devono tagliare al piede tutte le piante alte che minacciassero d’essere svelte dal vento, e si devono tener d’occhio quei rigagnoli che tendono a corrodere orizzontalmente il terreno od a procurarsi un passaggio tra l’una e l’altra terra.

Intorno alle cure ed alla concimazione dei pascoli non posso