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mezzi diversi d’ottenere acqua, ecc. 413

presentando all’acqua uno o più spigoli la divide in una o più porzioni.

Questa suddivisione perchè sia esatta abbisogna che l’acqua mantenga l’istessa altezza e l’istessa velocità in tutti i punti dell’edificio; e perciò si dispongono delle briglie o traverse al principio, ossia avanti alla divisione, al luogo della divisione ed anche al di sotto di essa. Queste briglie servono a mantenere in giusta relazione il pelo dell’acqua ed il livello del fondo, su tutta la tratta che serve a ripartire l’acqua.

Queste prime divisioni possono subirne delle altre inferiormente e così via via, finchè la quantità dell’acqua lo permette.

Quando un partitore serve a dividere l’acqua continua dall’acqua in ruota, oppure a dividere l’orario fra i diversi utenti, o fra diversi pezzi di terra, si muniscono le suddivisioni con incastri ad usciaja, i quali’servono ad ammettere od impedire il corso dell’acqua nella porzione inferiore del cavo.

§ 427. Dicesi poi ruota quello spazio di tempo che passa da un’irrigazione e all’altra della stessa superficie di terreno, o tra un godimento e l’altro delle stesse acque tra i varj utenti. Queste ruote sono di 6 sino a 15 giorni; più brevi quando l’acqua è abbondante e che il terreno sia sciolto. Orario chiamasi finalmente quel numero di ore durante le quali un pezzo di terra, od un utente può usare delle acque, nel decorso di una sol ruota.

La ruota e gli orarj esistono solamente ove le coltivazioni abbisognano soltanto di essere irrigati ogni certo numero di giorni. La risaja e la marcita, abbisognando della continua presenza dell’acqua, necessitano che l’acqua sia divisa in porzioni continue fra i varj pezzi di terra o fra i varj utenti.

Per misurare il tempo delle irrigazioni è ancora in uso l’orologio all’italiana, il quale si presta alle ruote interrotte da un certo numero di ore, ed in epoca determinata del giorno. Suppongasi che in una ruota di 10 giorni, un utente abbia il godimento di ore 8 ogni 7 giorni, cominciando sempre a sera, cioè alle 24. È evidente che in tal caso, se si volesse far uso dell’orologio alla francese, e consegnare a questo utente le 8 ore che gli competono, sempre dopo un certo numero di giorni e di ore, avverrebbe che in principio di primavera le avrebbe di notte, in giugno e luglio nelle ore ancor calde ed in settembre nuovamente di notte; circostanze tutte calcolabili specialmente nell’irrigazione estiva, come ve-