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400 | mezzi diversi d’ottenere acqua, ecc. |
lento, avendo il terreno della parte media della Valle una pendenza verso Levante del 2 al 3 per cento, e la parte più bassa solamente di 1 a 2 per cento. Le conche che già vi ho accennate servirono ancor più ad utilizzare le minime pendenze, ed ormai, nella sola Lombardia, contansi tanti cavi le cui acque sommate assieme, darebbero un corpo di 8640 once milanesi, capace d’irrigare 2600 ettari di prato nell’inverno, e d’estate 350,000 ettari di terreno adacquatorio: calcolo sicuramente inferiore al vero, stante i grandi e molti miglioramenti introdotti negli edificj e nell’uso stesso delle acque.
mezzi diversi d’ottenere acqua ad uso dell’irrigazione.
§ 413. L’acqua ad uso dell’irrigazione si può ottenere nelle seguenti maniere:
1.° Direttamente dalle sorgenti naturali che scaturiscono e scorrono alla superficie del suolo.
2.° Per derivazione dai fiumi, dai laghi o dai canali.
3.° Dai serbatoj d’acqua piovana o sorgiva.
4.° Dalle sorgenti artificiali, dette fontanili.
§ 414. L’uso di servirsi delle acque di sorgenti naturali è comune pei pascoli sul pendio dei monti o dei colli, sugli alti piani, ed anche nei prati di superficie irregolare della parte alta delle valli, ove difficilmente il terreno può ridursi piano, pei massi, ciottoli e ghiaje che ordinariamente ne costituiscono la superficie. In queste località non si fa altro che sostenere l’acqua per mezzo di ciottoli o di argini mobili onde dirigerla in piccoli rigagnoli praticati sulle prominenze che presenta il terreno, e dalle quali poi defluisce sulle parti più basse.
Come facilmente può immaginarsi, un tale modo d’irrigazione deve necessariamente riuscire irregolarissimo, perchè le prominenze non sono mai egualmente distanti fra di loro, e sono il più delle volte o troppo distanti o troppo vicine le une dalle altre, per il che alcuni spazi restano troppo bagnati, mentre altri non vengono irrigati se non a stento, ed altri, perchè troppo distanti dal rigagnolo, riescono affatto asciutti. Oltre a ciò queste sorgenti superficiali, mantenute quasi sempre dalle acque di pioggia o da quelle delle nevi che si sciolgono sull’alto, si asciugano pel ritardo o per mancanza delle prime, o pel cessato scioglimento delle seconde.
Ho detto poi che l’acqua di queste sorgenti devesi soste-