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prodotto dei boschi. 395


Le foglie delle piante tutte ed inspecie quelle delle frondifere non solo possono migliorare il terreno, sul quale cadono e putrefano, ma possono eziandio servire di lettiera e di alimento pel bestiame minuto che allevasi fra i monti. Inutile qui è il ripetere che non devonsi mai trasportare le foglie dai boschi giovani, e che anche dagli altri non dovrebbersi levare tutti gli anni, ma con una rotazione almeno di quattro anni. Cionondimeno nei boschi vecchj, o vicini all’atterramento, si potranno raccogliere intieramente per convertirle in lettiera per le stalle. Le foglie devonsi raccogliere quando sieno ben asciutte, onde non fermentino quando vengono ammassate al coperto; e l’epoca del raccolto deve essere l’autunno avanzato, quando non cada troppo prestamente la neve; in primavera si farebbe troppo danno alle piante ancor basse ed in principio di vegetazione.

Quando vogliansi all’incontro convertire le foglie al mantenimento del bestiame, abbisogna coglierle ancor verdi, sfrondando le piante in principio d’autunno, quando sono prossime a staccarsi da sè stesse. Queste, sebben asciutte, non potrebbersi però conservare a lungo per l’umidità che in esse è contenuta, epperò vien suggerito il seguente metodo. Si cava una buca in terreno asciutto e possibilmente al coperto della pioggia, oppure si prende un tino logoro, e nella buca o nel tino si ripongono le foglie staccate ancor verdi dalle piante nel tempo che si è detto, si comprimono ben bene, e ad ogni strato dell’altezza di un decimetro vi si sparge del sale da cucina; dopo l’ultimo strato, si ricopre il tutto con terra ben battuta. Il sale da cucina, come si è detto al § 135, è una sostanza che impedisce la decomposizione delle materie organiche, e perciò le foglie si possono conservare sino alla primavera, al momento che può trarsi profitto dell’erba dei pascoli o dei prati, risparmiando in inverno le qualità migliori di foraggio, che meglio servono al bestiame grosso, ed evitandosi in primavera lo sfrondamento delle nuove foglie, che riesce di svantaggio alla vegetazione dei boschi.

§ 409. La corteccia di molti alberi, e specialmente quella della quercia, del castagno, dell’olmo, del salice e dell’ontano, contiene gran quantità d’acido gallico e d’acido tannico. L’acido gallico, che si ottiene colla decozione, sciolto nel solfato di ferro, da una bella tintura nera, come si può vedere dall’inchiostro che è fabbricato in tal modo. L’acido tannico si estrae dalla corteccia delle piante sunnominate e soprattutto