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prodotto dei boschi. 391

vente. I legni resinosi, che tagliati vivi danno una bellissima fiamma, anche per la combustione delle materie infiammabili che contengono, se vengono tagliati morti, essi pure anneriscono e abbruciano difficilmente. Perciò l’uso di lasciar la legna esposta all’acqua non mi pare abbastanza ragionato, non essendo apoggiato dalle osservazioni di fatto, e si può considerare una cattiva applicazione d’un principio giusto per altro scopo.

Pertanto chi avesse molti boschi, il di cui prodotto non potesse intieramente convertire in combustibile od in legname da opera, e che perciò gran parte di esso potesse col tempo deperire a scapito del prodotto, farà bene a ridurre in carbone tutta quella porzione di legna non troppo sottile, o non troppo ricercata per opera, ottenendo egli con ciò di poter conservare per lungo tempo il valore di tal prodotto.

Al giorno d’oggi poi il carbone ha un prezzo maggiore d’una volta, e per la diminuita quantità dei boschi, e per l’aumentato suo consumo nelle più numerose officine, nelle quali fu trovato più comodo della legna. Necessario è dunque pel coltivatore di boschi il conoscere il processo per ridurre la legna in carbone.

§ 406. La carbonizzazione del legno si fa nei boschi, per diminuire la spesa di trasporto, e si eseguisce nei seguente modo. Ove il terreno presenti qualche piano si forma un’aja ben battuta, e sopra questa, e possibilmente nel mezzo, si dispongono tre o quattro grossi pezzi di legna, i quali lascino fra di loro un foro come una canna da camino, larga 0m,25 circa. Attorno di questa canna si pongono le legna in piedi, facendone due o tre piani sovrapposti, di cui la circonferenza vada diminuendo in alto, in modo da presentare la figura d’un cono tronco, colla base larga in basso. La legna grossa si mette verso il centro del mucchio, e la sottile sempre più verso la circonferenza, ossia verso l’esterno. È bene però che i legni grossi vengano spaccati e che si riducano ad un diametro non maggiore di 0m,25, acciò non vi sia troppa sproporzione fra loro, e che per conseguenza la combustione non proceda in un punto più rapidamente che in un altro.

Preparato in siffatta maniera il mucchio, detto meda, lo si copre di foglie, terra e frantumi di carbone, residui delle precedenti carbonizzazioni, lasciando però in libertà il camino centrale, e praticando alcuni fori all’ingiro della base acciò possa introdursi l’aria abbisognevole per la combustione. Al-