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378 dei boschi sacri.

teranno per ceppi di 4 o 5 riunite, coprendole, di terra fino all’altezza cui rimanevano sepolte dapprima, e lasciando il resto infossato onde meglio siano riparate dal sole e dai venti. Le piante da preferirsi siano il larice, lo zimbro, il mugo ed il pino nano di montagna. Qualora dapprincipio fosse difficile il metter piante, si provi cogli arbusti, col ginepro, colla ginestra, coll’erica e col rododendro. Si potrà piantare anche nella state, quando però s’abbia la cura, di trasportarvi terra da contornare le radici.

Il ripristinamento di questi boschi per semente è assai difficile, per la scarsità del terreno, pel freddo e pei venti; quando però il terreno fosse discretamente abbondante si potrà eseguirlo cominciando invece dall’alto.

Ma sulle montagne, ove questi boschi scomparvero già da molto tempo, e dove i venti, il gelo, il sole e le pioggie hanno distrutto ogni avanzo di terreno, dove la roccia è già messa a nudo, non vi ha più speranza di rivedere alcuna vegetazione, e bisognerà limitarsi ad impiantare nuovi boschi nei primi luoghi più bassi, ove ciò sia possibile.

§ 397. Boschi sacri contro gli scoscendimenti. Spesso per l’imperversare di forti pioggie, o per lo scorrere di sorgenti sotterranee, o per la corrosione fatta dai ruscelli, specialmente nei terreni poco profondi e giacenti su forti pendii, a duri strati che li assecondano, o su di un terreno troppo argilloso e compatto, il soprasuolo, se non è trattenuto da profonde radici di piante che s’insinuino nei crepacci e nelle fenditure, divenuto molle e pesante, anche per gli stessi alberi che sostiene, si stacca dal fondo, e scivola in basso con danno immenso delle sottoposte foreste, dei campi o delle case. Anche le piante svelte dal vento colle radici, lasciando nel terreno una cavità, facilitano l’ingresso all’acqua e gli effetti già descritti.

In questi boschi allora devonsi fare dei ristretti tagli rasi orizzontali, e riseminarli o piantarli prontamente con essenze che portino radici molto profonde. Il ripopolamento, in qualunque modo si faccia, non sia troppo fitto onde le piante non crescano esili. La rotazione sia breve, acciò la pianta coll’aumento del proprio peso, non si procuri da sè stessa una facile caduta ed un rovinio di terra. Si mantengano i tronconi degli alberi atterrati e se ne trasporti il legname sulla neve gelata.

Se il bosco è formato di piante frondifere il rimedio è assai più facile, perchè si possono tagliare al piede, e ri-