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358 | delle fustaje sopracedue. |
serve alle costruzioni. Ciononpertanto, perchè quest’utile sia possibile, abbisogna mantenere una certa proporzione tra il numero delle ceppate e quello delle piante d’alto fusto, ossia tra la superficie occupata da queste piante diversamente educate. Questa proporzione è difficile a stabilirsi, dipendendo particolarmente dalla qualità delle essenze coltivate. Esse possono gettare maggiore o minore ombra, e quanto maggiore sarà l’ombreggiamento che producono le piante d’alto fusto, tanto minore dev’essere il loro numero. Così l’olmo, la quercia, il frassino, gli aceri, recano ai ceppi men danno del faggio, del tiglio e dell’abete, perchè ogni tanto tempo vengono loro levati i rami laterali; anche il larice ed il pioppo d’Italia fan poco danno, essendo assai scarsa l’ombra che portano. Inoltre, le piante allevate alte, per la loro stillazione, possono essere più o meno nocive alla qualità delle altre piante educate a ceppata; gli abeti ed i castagni per esempio, soffrono assai la stillazione. Nelle esposizioni di tramontana o settentrione, e nei terreni umidi o tenaci, se ne conserverà un minor numero che nelle esposizioni di mezzodì e nei terreni sciolti ed aridi. Sarà dunque necessario il diminuire le piante d’alto fusto quando vedasi che il soverchio loro numero sia di danno alle ceppate. In generale può dirsi che le piante d’alto fusto non devono occupare colla loro ombra più d’un quarto della superficie totale del bosco.
Queste regole però soffrono le loro eccezioni, a norma della ricerca commerciale, e dove il legname da costruzione, per l’alto suo prezzo, compensasse il danno che ne deriva alle ceppate.
In qualunque modo il bosco ceduo suppone che non siavi servitù di pascolo, che altrimenti, dopo la tagliata, le tenere cacciate verrebbero distrutte mano mano che si mostrassero.
Non sempre poi sta in potere del coltivatore il formare un bosco ceduo, piuttosto che una fustaja sopracedua, od una pura fustaja. Al piano, e dove non siavi il peso del vago pascolo, potrà attenersi a quella qualità di bosco che meglio conviene, perchè il clima generalmente è temperato, il terreno piuttosto profondo ed i lavori assai facili. Ma al monte la qualità del bosco è indicata dal clima, dall’esservi o no la servitù di pascolo, e dalla maggiore o minore profondità di terreno. Sull’alto de’ monti, per esempio, non si potrà coltivare che il frassino, il faggio, e le piante resinose; ma le piante resinose (abeti, larici e pini) non si potranno allevare