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del tronco. 29

in modo, che il recidere buona parte del tronco o de’ rami, porta il deperimento d’una corrispondente porzione di radice o di sue suddivisioni, non altrimenti che il levare parte delle radici arreca un deperimento ad una certa parte del tronco o dei rami. Egli è perciò che ad una pianta vegeta è dannoso il togliere grossi rami, o porzione delle radici; laddove ad una deperente giova talvolta recidere un soprappiù di rami, che non hanno più radici bastantemente vegete per nutrirli.

Un ramo che cresca rigoglioso più degli altri da un lato della pianta, porta un corrispondente ingrossamento della radice dalla stessa parte, in modo che può scorgersi ai lati del tronco una elevazione della corteccia che comincia dalle radici e termina col ramo. Egli è perciò che in alcune piante come nel gelso, ed in molte piante fruttifere o di bellezza, importa mantenere un certo equilibrio nella quantità e nella lunghezza fra tutte le loro diramazioni, per non renderle deformi.

§ 11. Una pianta o vegetale si dirà a tronco erbaceo, quando esso si conserva allo stato di stelo verde, tenero, sottile, e che ordinariamente cada col cader delle foglie. I vegetali così conformati diconsi piante erbacee, erbe. Quando lo stelo ingrossa, indurisce, e s’eleva suddividendosi in rami, dicesi pianta arborea, albero. Se invece i rami sorgono appena sopra la radice dicesi arbusto. Erbe sarebbero la rapa, il lupino, il frumento, e tutte quelle che noi diciamo erbe da prato. Alberi la rovere, il noce, il pino, ecc. Arbusti il nocciuolo, il nespolo, ecc.

Per dare poi un nome ad alcune altre qualità delle piante, diconsi serpeggianti quelle il cui stelo e rami non si elevano, ma scorrono presso terra, mandando o no radici avventizie; rampanti quando deboli di stelo, s’innalzano aggrappandosi qua e là con viticci o radici come l’edera e la vite; parassite se vegetano sulle parti d’un’altra pianta, come i muschi, i licheni ed i funghi; acquatiche quelle che vivono nell’acqua;