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320 selvicoltura.

Mella nella state del 1850 ne porse un lagrimevole esempio nella Val-Trompia. Le roccie messe a nudo, o non trovando più il sostegno del terreno posto al dissotto, o perchè geli l’acqua nelle loro fenditure, si staccano, ed esse pure ruinano devastando le sottoposte selve, i casolari ed i campi: e per tal modo i monti si rendono sempre più erti ed inaccessibili alla vegetazione spontanea ed a quella artificiale.

§ 326. I boschi collocati sugli alti dorsi dei monti arrestano anche la discesa delle valanghe, le quali possono produrre effetti consimili a quelli testè accennati. Nell’autunno, nel verno, e specialmente dopo i primi caldi di primavera, avviene che la neve caduta sulle ripide roccie, o sui pendii sguerniti di piante, staccandosi per effetto dello scioglimento delle nevi prodotto dal calore del suolo; oppure perchè spinte dai venti in soverchia quantità su quelle erte posizioni, non può più sostenersi, non trovando un impedimento negli alti boschi si stacca e scende, e nello scendere s’ingrossa in modo da rovesciar e schiacciare i boschi e le case più basse. Una volta poi fatta strada alle valanghe, come anche ai massi, riesce difficilissimo impedirne le successive discese. Andermatt deve la sua esistenza ad alcuni abeti che lo difendono dalle valanghe.

Egli è per tal motivo che in molti luoghi si dichiararono sacri, ossia intangibili, quei boschi che ponevano un ostacolo ai venti troppo impetuosi, ed alla discesa delle frane e delle valanghe. Ma pur troppo questi boschi in alcune località deperirono, in altre furono tagliati o guasti, ed in moltissime sentesi la necessità di ripristinarli.

§ 327. Oltre a questi vantaggi che arrecano i boschi, molti ve ne sono che meritano d’essere indicati, e fra gli altri quello di attirare insensibilmente l’elettricità atmosferica, per cui più rari o sconosciuti potrebbero essere i temporali accompagnati dalla grandine. A questo riguardo tengono la preferenza i boschi di piante sempre verdi a foglie acute. Anche negli attuali abitatori delle vallate del Ticino e dell’Adda, vi hanno persone che si ricordano che, avanti il taglio di molti boschi situati sull’alto de’ monti, la grandine era fra loro cosa sconosciuta, laddove al presente sembra che le vallate ed i luoghi vicini ai monti siano colpiti di preferenza. Inoltre, dopo che la grandine cade in quantità grande sui monti, i venti che in seguito di là si dipartono, portano a molta distanza dei sensibili abbassamenti di temperatura, e tali da