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304 della propagazione artificiale delle piante.

talmente, con una sega, il soggetto da innestarsi, in luogo dove la corteccia sia liscia, uniforme, e senza nodi. Il taglio in seguito si ripulisce con un ferro bene affilato, e quattro dita al disotto, con un vimine, si pratica una legatura; indi applicato il tagliente d’un ferro sul piano orizzontale della recisione, in direzione del maggior diametro, col mezzo di un martelletto lo si approfonda, rimanendo così fatta una spaccatura verticale che non potrà scendere molto in basso per l’ostacolo della legatura. Levato il ferro, la spaccatura si terrà aperta con un piccolo cuneo di legno, meno largo della ferita, in guisa da lasciare ai lati due spazi liberi di circa mezzo dito, nei quali s’introducono le marze. Queste marze (fig. 81), non devono essere lunghe più di 0m,15 provviste almeno di due o tre occhi senza foglie, perchè colla loro traspirazione leverebbero troppo umore; inferiormente si taglino dalle due parti senza toccare il midollo, per modo che da una parte rimanga un poco di corteccia e dall’altra i tagli s’incontrino a guisa del tagliente d’un coltello. Così disposte le marze s’introducono nelle fenditure ai lati del cuneo di legno, procurando che la loro corteccia combaci esattamente colla corteccia del ramo spaccato. Ciò fatto si toglie il cuneo, e la fenditura nel ristringersi rinserra fra i lembi le marze (fig. 82): il tutto poi si ricopre con muschio e terra argillosa, mantenuta in posto con opportuna fasciatura. Quando le marze cominciano a germogliare, bisogna fissare dei