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della propagazione artificiale delle piante. 301

pianticelle robuste ad una distanza non minore di 1m,50 fra di loro; e dopo un anno o due, secondo il loro vigore, si tagliano al piede, 97.perchè formino come un ceppo, dal quale sorgano varie cacciate. Nell’anno seguente poi, intorno a ciascun di questi ceppi, si fa una leggier fossa circolare larga 1m,20 e profonda 0m,10; nella quale alla primavera si adagiano orizzontalmente in giro le migliori cacciate del ceppo, e si mantengono presso terra col mezzo di uncinetti di legno fissi nel suolo. In seguito, ogni gemma o bottone dà luogo ad un getto o ramicello che s’innalza verticalmente, ed allora si ricoprono con alcuni centimetri di terra i rami così disposti, avendo cura d’irrigare o di adacquare spesso; aggiungendo terra fino a ricolmare la fossa mano mano che s’innalza la nuova cacciata. In tal modo per la fine della state, ogni gemma che sviluppò un ramo verticale, avrà messe sufficienti radici da potersi, nell’autunno o nella primavera seguente, ottenere e levare tante pianticelle quante furono le gemme che in tal maniera si svilupparono.

Nei tempo che dalle cacciate disposte orizzontalmente sul terreno si ottengono nuove pianticelle, la ceppata madre manderà altri rami che potranno essere abbassati subito dopo aver levate le prime pianticelle. E perciò dicesi vivajo perpetuo.

§ 310. Un’altra maniera di propagare alcune varietà, che scomparirebbero se si volessero ottenere da semi, è l’innesto, ossia l’inserzione d’un rametto vivo e fornito di gemme di una data pianta, su di un altra pure in condizione tale che possa vegetare. Perchè ciò succeda abbisogna che le parti più importanti alla nutrizione, tanto della parte che s’inserisce, quanto del soggetto o pianta inserita, siano a mutuo contatto e che possibilmente alcune cellule che costituiscono