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della propagazione artificiale delle piante. | 299 |
di ramo, che fosse troppo profonda e che non potesse risentire l’influenza dell’aria e del sole, marcirebbe con danno del resto. Le gemme ed i getti si dovranno difendere dai raggi solari, ricoprendoli con paglie, sterpi, foglie secche, o foglie verdi larghe, finchè si riconosca che abbiano messe le radici.
Prima di fare questi impianti, la terra dev’essere smossa e lavorata minutamente, mondata da sassi e dalle erbe cattive, e concimata con letame ben minuto. La gemma, il getto, la talea od il piantone s'introdurranno nel terreno per mezzo del foraterra, o del palo di ferro, a seconda della circostanza, per non guastarne la corteccia, indi vi si farà scorrere all’intorno un poco di terra, comprimendovela leggermente. Se trattasi di gemma o di getto si inaffierà subitamente, ed i piantoni si terranno mondi da quei germogli che riconosciamo inutili alla futura disposizione della pianta.
§ 307. Anche le radici possono servire alla propagazione dei vegetali, come nella cicoria, nella coclearia scorzonera, carota, ecc.; e molte piante si riproducono per tuberi o rigonfiamenti che crescono sulle loro radici, come accade nel pomo di terra, nel topinambour, nella dalia, ecc.
§ 308. La margotta e la propaggine sono rami posti in condizioni tali da poter mettere radici senza essere staccati dalla pianta madre, e si usano colle piante a tessitura alquanto compatta. La margotta si fa coll’interrare un ramo al disopra della superficie del suolo, facendolo passare verticalmente entro un recipiente che contenga della terra mantenuta costantemente umida (fig. 76); si usa coi cedri, col fico e molti fiori. La propaggine invece è un ramo piegato sotto terra, del quale se ne solleva la cima al di fuori. Si usa per la vite, pel gelso, pel castagno, ecc. (fig. 77 e 78).
Tanto nella margotta quanto nella propaggine, per facilitare la sortita delle radici, si usa fare una legatura al ramo,