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294 del trapiantamento.


L’epoca per fare il trapiantamento è ordinariamente la primavera; ma può farsi anche in autunno, dopo la caduta delle foglie, quando in primavera si tema la siccità. Le piante resinose all’incontro, mantenendo le foglie, si dovranno, quando appena si possa, trapiantar sempre in primavera, poichè le foglie continuerebbero a disperdere l’umidità interna della pianta, prima che le radici si trovino in condizione di poterne assorbire. In generale si può dire che le piante, tanto meglio riescono quando si trapiantano in tal momento che le radici possano il più presto possibile funzionare, non lasciando la pianta nel terreno per molto tempo quasi corpo straniero, come succede piantando in autunno. Il momento migliore, a mio credere, è quello in cui abbiamo i primi indizi dell’incominciata ascensione della linfa, il che può scorgersi dalla corteccia che acquista una tinta meno carica e più lucida per la distensione del suo tessuto, e dal gonfiarsi delle gemme.

§ 299. Prima di levare le piante dal vivajo devesi preparar il posto ch’esse dovranno poscia occupare. Si dispongono per conseguenza tante formelle o fuoppe, larghe e profonde un poco più di quanto esigerebbe il volume delle radici della pianta che vi deve essere trapiantata. Le formelle si usano quando nell’impianto debbasi mantenere fra pianta e pianta una distanza maggiore di metri 2,50. Se invece questa distanza sarà minore, allora converrà meglio scavare una fossa. Tanto le formelle quanto le fosse dovrebbersi fare molto tempo prima dell’impianto, onde la terra profonda si migliori, restando in contatto dell’aria e delle altre influenze atmosferiche, molto più se si tratti di terreno argilloso o di uno strato coltivabile poco profondo. In ogni modo poi si dovrà tener separata la terra superficiale, che è sempre la migliore, da quella più profonda, onde adoperare della prima per interrare le radici.

§ 300. Le giovani piante si leveranno dal vivajo in momento che la terra sia umida, e nel modo indicato per levar quelle dal semenzajo, cioè praticando da una parte delle linee un solco profondo quanto possono esser profonde le radici, indi scavando al disotto per sollevare e togliere le piante senza guastarle. Levate le piante si dovrebbero porre subito al posto che lor venne destinato, onde le tenere radici non dissecchino; ma dapprima devesi con ferro ben tagliente rimondare la pianta, dalle parti secche o guaste, togliendo al tronco anche quei rami che tendessero a deformare la futura sua configurazione, ed alle radici togliendo quelle che, troppo lunghe e