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del trapiantamento. 293

a mettere ulteriori diramazioni. Ripulito e tagliato il fittone alle pianticelle, si pongano subito nelle fossette dei vivajo, ricolmandole di terra ben scorrevole, acciò tutte le tenere radici ne restino involte ed a contatto, comprimendo alquanto in seguito il terreno. Giova poi molto il poter conservare un poco di terra presso le radici minori, perchè in tal modo, oltre alla minor facilità di disseccarsi, le loro tenere estremità non subiscono violenza alcuna. A tal uopo non dovrebbersi mai levare le piante, nè dal semenzajo nè dal vivajo, se non quando la terra, essendo umida, possa meglio aderire alle radici; procurando anche, in mancanza d’umidità naturale, di supplirvi con una legger irrigazione. L’importanza di conservare e procacciare col taglio del fittone le radici più piccole, anzi le loro più estreme diramazioni, è spiegata dall’esser queste munite di quelle spugnette che servono all’assorbimento dei liquidi nutritivi (§ 5).

Quando le pianticelle del semenzajo, come anche quelle del vivajo, si dovessero spedire in luogo lontano, si avrà gran cura di mantenere la maggior quantità di terra presso le loro radici, oppure s’immergeranno in una poltiglia di sterco di vacca ed argilla che loro serva d’intonaco.

§ 297. Anche nel vivajo si avranno quelle cure che indicai pel semenzajo; cioè si manterrà la terra soffice e monda d’erbe inutili; e si comincerà a dare alle piante quella foggia che si vorrà che abbiano in seguito.

Il vivajo si deve fare in primavera, non troppo tardi per non incontrare le prime siccità dove non sia possibile l’irrigazione; scegliendo anche l’autunno, quando non si potesse disporre liberamente del terreno in principio di primavera pei geli o per le nevi, come avviene sugli alti monti.

del trapiantamento.

§ 298. Dopo due o tre anni, ed anche più, secondo le specie, le piante cominciano a trovarsi troppo stipate anche nel vivajo. E siccome a quest’epoca possono già sopportare le intemperie e l’ardore del sole, ed hanno già sufficienti radici, così si passa al loro trapiantamento, ossia a porle nei luoghi ove dovranno rimanere in appresso. Le piante resinose però, prima d’esser poste in sito, desiderano d’essere trapiantate in altro vivajo, ove siano tenute a maggior distanza, poichè difficilmente esse ramificano nelle radici.