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286 | disseminazione. |
forzare il germe e di avere una miglior germinazione ed una pianta più robusta, ora per salvarlo dal guasto degli insetti, ora per preservarlo dalle malattie più ordinarie dette ruggine, carie, carbone, ecc. Infatti, non solo anticamente, ma anche al giorno d’oggi, di tempo in tempo, sorge qualcuno a proporre, e meglio ancora a vendere, qualche preparazione che dovrebbe accelerare la nascita e la fecondità delle sementi; ma sempre il risultato contraddice le tante promesse e non trovasi alcuna differenza confrontando il prodotto d’altre sementi non preparate. E per verità, supponiamo pure che un seme siasi imbevuto nella propria sostanza cotiledonare dell’umore il più azotato, il più ricco di fosfati solubili, che mai sarebbe questa minima dose in confronto di quanto gli si può apprestare colla concimazione? Ma poniamo anco pure che questa dose sia efficace, e che acceleri e rinvigorisca la germogliazione, come mai potrà influire sull’abbondanza del frutto, se dopo pochi giorni di vegetazione la massa cotiledonare è scomparsa? Insomma, se invece di accettare ciecamente una novità, una scoperta, un segreto, ci abituassimo a riflettervi sopra anche solo un istante, o non resteremmo corbellati così spesso, o per lo meno avvezzeremmo gli scopritori a studiare un poco di più, ad essere più cauti o più coscienziosi, ed a scoprir meno di falso e qualche cosa più di buono.
Sul costume di adoperare la calce viva in polvere, il gesso, le ceneri, ecc., allo scopo di preservarlo dai guasti degli insetti abbiamo già parlato al § 279.
Utili invece sono quelle preparazioni che si fanno per preservare le nuove piante da alcune malattie che i semi potrebbero comunicar loro. Nel numero di queste malattie sonvi primieramente alcune muffe o piante parassite, i semi delle quali si attaccano al perisperma dei grani, e stanno latenti sotterra finchè, sviluppato il nuovo grano, lo investono e vivono a spese della sua sostanza. Per impedire quindi che il grano, che deve servire alla semina, possa comunicare al nuovo le muffe di cui egli fosse per avventura rivestito, si può lavarlo con acqua pura, o meglio con soluzioni atte a distruggere le muffe vegetali, quali sarebbero le soluzioni di calce, di varj solfati, e specialmente quella di soda, calce e sal marino, ecc., evitando però le sostanze velenose, le quali vengono comunicate alla nuova pianta quando, nel primo istante della germinazione, essa deve vivere a spese della massa co-