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284 | disseminazione. |
seminassimo il melgone in luglio, non potremmo vederne il frutto maturo, come invece avviene del miglio, del panico, ed in molti luoghi anche della fraina. E così dicasi di molti vegetali, che seminati in autunno, hanno tempo di fruttificare ed essere produttivi nell’estate venturo, laddove seminati invece in primavera talvolta non arriverebbero a perfetta maturanza prima dell’autunno, dovendo compiere la loro special somma di calore quando la temperatura decresce. Noi a questo proposito, sappiamo che generalmente la massima temperatura richiesta dai diversi vegetali deve cadere nell’epoca della maturazione del loro frutto.
Seminando adunque in autunno, la pianta, durante il verno ed il principio di primavera, mette a profitto tutte le giornate che le permettono di rafforzare ed estendere le radici, le quali, d’altronde approfondandosi, meno risentono del freddo atmosferico. Per tal modo, coll’aprirsi della stagione, la pianta procede rapidamente nella sua vita, e può raggiungere lo scopo finale, la fruttificazione. Vero è che ve ne sono alcune che possono maturare il loro frutto anche ad un calor decrescente, come vedemmo della vite, del melgone, delle patate, noci ed ulivi; ma questo fatto però, non vuol dire che non possano maturar meglio a calor crescente, ma piuttosto che la minima temperatura richiesta per la loro maturanza può trovarsi anche quando va diminuendo la temperatura media della stagione.
§ 282. Se noi osserviamo quel che succede in natura, vedremo che la maggior parte dei semi caduti naturalmente dalle piante, vanno perduti per mancanza di una copertura che loro mantenga una conveniente umidità ed oscurità, senza contar quelli che vengono distrutti dagli insetti, dagli animali e dai contrattempi atmosferici.
Non tutti i semi però esigono d’essere coperti di un egual strato di terra. E volendo ora stare alle norme generali, può dirsi che non devono mai essere interrati più profondamente di 0m,08; che i grani quanto più son duri e grossi devono essere posti a maggior profondità; che quanto più pronta è la nascita naturale dei semi, devono essere meno profondi; che nei terreni umidi e compatti devono stare più superficiali che nei terreni secchi e sciolti; e che i grani coperti, come quelli del trifoglio, possono spandersi alla superficie del suolo, ben inteso che il clima, il terreno o la stagione non siano troppo aridi.