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280 | disseminazione. |
della pianta madre finiscano, col soffocarla, la natura provvide molti frutti di espansioni membranose, quasi ali, onde, per sè stessi o per la forza de’ venti, venissero portati più lungi, tali sono i semi dell’acero, del carpino, del faggio, e 69. Seme di acero.
70. Seme di abete.di quasi tutte le piante resinose (fig. 69 e 70): altri invece sono rivestiti di peluria e piume, come quelli del salice e del pioppo. I frutti pesanti o carnosi sono trasportati o dagli animali o dalle acque, specialmente se il seme è circondato da un endocarpo osseo.
Caduti i semi al suolo, ognun vede che moltissimi dovranno perire, per mancanza di copertura che loro mantenga l’umidità e che ii ripari in parte dalla troppa luce, o perchè gli insetti li rodano o li trasportino in luoghi ove non possano germogliare; perciò la natura, che tende a ricoprirli almeno con foglie, largì alcune piante d’una gran quantità di semi (tabacco, papavero), e ad altre, in cui i semi sono scarsi, diede la facoltà di germogliare facilmente, oppure dotò di lunga vita.
Ma all’agricoltore importa di raccogliere, scegliere e conservare i semi delle piante che vuol coltivare, per seminarli poi nei tempi opportuni; gl’importa di lasciarne perire la minor quantità possibile, tanto durante la loro conservazione fuori terra, quanto nella semina che nella germogliazione; ed infine gl’interessa d’avere nuove piante ben costituite e robuste.
Infatti in tutti gli esseri organizzati e dotati della facoltà di riprodursi, si verifica che il nuovo prodotto presenta un maggior o minor vigore e durata a seconda che l’individuo che lo produsse, essendo bene o mal costituito, potè portare con maggiore o minor vigore un frutto, un seme, od una porzione di sè atta a riprodurre la propria specie.
Dev’essere per conseguenza prima cura dell’agricoltore quella