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della rotazione agraria. | 271 |
stesso spazio di terreno, le diverse qualità di piante, tenendo per base il principio più volte ripetuto, che non tutte le piante levano al suolo gli stessi principj e nelle stesse proporzioni, e che se sullo stesso spazio di terra si continuasse a coltivare la medesima pianta, questa, dopo un numero più o men lungo di anni, cesserebbe di vegetare e di produrre, laddove coltivandovene un’altra, che richieda principj diversi e dei quali il suolo non sia ancor stato privato, potrà benissimo vegetare, e produrre.
Prima che si avessero le cognizioni di chimica agricola che ho procurato di darvi, si spiegava la ragione dell’avvicendamento coll’azione degli escrementi vegetali; questi cioè erano nocivi alla stessa pianta coltivata di seguito, ma erano favorevoli allo sviluppo di un’altra di qualità diversa. Perciò dicevasi il frumento dopo uno, due o più anni non alligna bene in quell’istesso terreno, ove invece vegeta assai bene il melgone; perciò ove muore un gelso non ne prospererà un altro, ma bensì riuscirà un’altra pianta.
Io non voglio negare questi fatti, che son pur comuni e veri, ma non credo di dover attribuirne la spiegazione all’effetto degli escrementi; come pure non intendo di ripetere quanto vi dissi al § 42; solo vi citerò alcuni fatti che possono mettere in dubbio quest’opinione.
L’Egitto, per esempio, produce da tempo immemorabile abbondanti raccolti di frumento; nella Virginia, in America si continuò per più di 100 anni a raccoglier tabacco; nell’Ungheria accade quasi lo stesso; le valli del Polesine danno sempre abbondanti raccolti di melgone; ed in Lombardia sonvi delle risaje che a memoria d’uomini hanno sempre dati buoni raccolti di riso.
Ma se gli escrementi esercitassero una così malefica azione sulle radici della stessa pianta, come si potrebbero spiegare i fatti che vi ho accennati? Perchè poi certi terreni si possono seminare a frumento per due o tre anni di seguito,