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260 ingrassi minerali.

conoscere se il suolo già per sè ne contenga o ne difetti; poichè se già ne fosse provvisto di una discreta quantità, sarebbe gettar tempo e denaro.

Per ottenere la calce viva si fanno cuocere entro una fornace i ciottoli di carbonato calcare, i quali per mezzo del calore perdono il gas acido carbonico; dopo tale operazione la calce è avidissima dell’acqua, ed esposta all’aria con facilità cade in polvere finissima; in questo stato essa divien caustica, ed abbrucia o decompone le sostanze organiche colle quali vien messa a contatto. Col tempo però riassorbe l’acido carbonico e perde la sua causticità.

La calce così polverizzata si usa spanderla sul principio d’autunno od in primavera, sui terreni argillosi, su quelli che siano nuovamente dissodati, e dove sianvi molte sostanze vegetali da decomporre. In questi terreni la calce, combinandosi alle argille, scompone i silicati insolubili, lasciando in libertà gli alcali (soda e potassa), e rendendo solubile l’acido silicico (silice), sostanze tutte che sono necessarie alla nutrizione delle piante.

Questa sua azione decomponente delle argille, per quanto sia più pronta di quella della semplice coltura, pure non può essere che lenta; e la sua efficacia caustica sulle materie organiche contenute nel suolo, abbiamo veduto che presto cessa, riassorbendo essa l’acido carbonico e ritornando così carbonato di calce. Come avvien dunque che il più delle volte gli effetti della calce siano tanto durevoli ed evidenti? Questa polvere finissima, che può ancora considerarsi carbonato di calce, facilmente può sciogliersi per mezzo d’una maggior proporzione di acido carbonico somministrato dall’acqua piovana, o da materie vegetali in lenta combustione, ed allora può servire come alimento inorganico alle piante, e può continuare ad agire sulle argille e sui silicati. Si sa inoltre che il carbonato di calce ha la proprietà di fissare e nitrificare l’ammoniaca proveniente dall’aria, sciolta nell’acqua, svilup-