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234 | concimi vegetali. |
§ 230. Intesa la teoria del sovescio, vi dirò che molte sono le piante usate dagli antichi e dai moderni a tale scopo. Le principali sono le fave, la segale, i lupini, il ravizzone, i piselli, i fagiuoli, le veccie, la fraina, il trifoglio e le zucche. Anticamente i Romani adoperavano di preferenza i lupini ed i Lombardi il ravizzone. Generalmente però devesi scegliere una pianta che cresca rapidamente, che sia ricca di fogliame e di rami, quantunque seminata un poco fitta, e che arrivi alla fioritura verso quel tempo nel quale devesi seminare la pianta che gli succede.
La pianta che serve al sovescio deve poi variare a norma del clima, del terreno e della successiva coltivazione. Così il lupino seminato alla fine di settembre non potrebbe servire al sovescio pel melgone, come usavano i Romani, perchè da noi morirebbe nell'inverno, e perchè, se si seminasse anche prestissimo in primavera, non crescerebbe abbastanza da poterlo sovesciare in aprile. Come pure la segale, nei luoghi i più freddi della nostra Valle, non servirebbe al melgone, perchè arriverebbe troppo tardi all’epoca della fioritura; e quando, seminata in luglio od agosto, si volesse adoperarla come sovescio pel frumento, non crescerebbe molto bella, perchè l’asciutto naturale di quei mesi non è favorevole allo sviluppo della parte erbacea delle piante, mentre la fraina od il lupino riescono meglio anche seminati in settembre. Per riguardo al terreno si userà ii lupino nel terreno argilloso e già buono, e la segale nei terreni meno fertili o dissodati di recente, poichè le altre piante, quali sono le fave, i fagiuoli, ecc., non crescerebbero di molto. Del resto quanto più la pianta è tenera, sarà di un effetto più pronto ed utile ai terreni sciolti, laddove se la pianta sarà più consistente, il di lei effetto sarà più durevole e di vantaggio ai terreni tenaci, rendendoli anche più porosi o soffici. È sotto questo rapporto che il sovescio potrebbesi considerare come un ammendamento pei terreni forti, nei quali viene di preferenza usato dagli agricoltori.