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concimi vegetali. 231

chio a strati alternati con parte del terreno ed un poco di calce viva; questo ammasso si inaffia di quando in quando, ed in sei mesi circa si converte in una specie di terriccio, che sparso sul rimanente suolo serve a fertilizzarlo. Tutte le erbe acquatiche o palustri che a ciò vengono adoperate hanno il vantaggio di non imbrattare il terreno di sementi, poichè non vi potrebbero allignare quand’anche nascessero.

Il famoso ingrasso Jauffret, non è altro che un ammasso di vari vegetali di poco valore, inaffiati con soluzioni d’ingrassi animali, di ceneri, di gesso, di sostanze grasse, ecc. E se quest’ingrasso economico era utile in Provenza, dove mancano i pascoli ed i bestiami, non sarà certamente di gran valore ove si possa ottenere concime da stalla.

§ 226. Al monte invece, ove convenisse bonificare un terreno affatto nudo di vegetazione, converrà servirsi delle eriche, delle varie sorta di ginestre, dei frantumi di legno, dei rami e delle foglie cadute e raccolte negli spazj arborati, ecc., indi formare il mucchio, come vi ho già detto, avvertendo che, quand’anche non si potesse disporre di calce viva, la decomposizione succederebbe egualmente ma assai più lentamente, e forse allora converrebbe passare all’abbruciamento dell’ammasso (§ 215), avendo però cura che non ne esca fumo o fiamma, ma solamente evapori l’umidità, poichè altrimenti andrebbe perduta quasi tutta la parte organica, ossia l’azoto e l’humus, restandovi soltanto le ceneri.

Questa maniera di abbruciamento, che meglio potrebbe dirsi carbonizzazione, può essere usata con molto successo, ove il terreno, sebben nudo d’arbusti o di piante, sia però ricoperto da muschi, licheni, ed altre erbe di nessun valore. Allora si leva la cotica, colla quale si formano fornelli, procedendo in seguito come si disse. Raffreddata la massa la si spande sul terreno e si unisce e si mescola al resto per mezzo di ripetuti lavori. Queste operazioni però al monte non si possono nè si devono eseguire che dove il declivo sia dolce,