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218 mezzi di corregg. le qualità fisiche del terr.°


La coltura fatta d’estate serve piuttosto a togliere dal campo le erbe nocive, le radici delle quali rivolte al sole disseccano, e le cattive sementi che nascono, vengono dai successivi lavori sovesciate e fatte marcire sotto terra.

§ 215. Un altro dei modi usati per correggere i terreni troppo tenaci è l’abbruciamento, il quale però non conviene che nei luoghi ove la legna sia abbondante ed a buon patto. Voi sapete che la terra colla quale si fanno i mattoni è terra creta, ossia argilla; ebbene, riducete in polvere i mattoni dopo cotti, e vedrete che questa polvere non assorbe più l’acqua, in modo che non potreste più impastarla; essa ha perduta la plasticità, la tenacità e l’adesione. L’abbruciamento delle terre argillose è basato su questo fatto, e si ottiene col formare nel campo dei mucchi di terra, vuoti nell’interno e con un’apertura a guisa di fornello. Nel fornello di questi mucchi si mette legna o carbone che si accende per riscaldare e cuocere la terra colla quale sono composti. Cotta abbastanza la terra, ed in quantità sufficiente, la si lascia raffreddare, e poi si sparge sul terreno col quale viene mescolata per mezzo dei ripetuti lavori. Così il terreno diviene più soffice, e più facilmente lavorabile.

Quando però il terreno argilloso che si vuol abbruciare sia ricco d’erbe, di radici o d’altre parti organiche vegetali, come sono i terreni di brughiera ed i paludosi, allora non bisogna arroventare troppo la terra per non iscacciare tutto l’azoto proveniente da quelle materie organiche in combustione; che anzi, bisogna procurare che la cottura sia lenta, e che si disperda la minor quantità possibile di fumo.

L’abbruciamento rende soffice la terra, e più facilmente assimilabili i principj costituenti del suolo, purgando eziandio il terreno dalle erbe cattive e dagli insetti. Nelle terre sabbiose però è piuttosto di danno, ed in ogni modo in seguito esige un ben inteso avvicendamento.

§ 216. La troppa mobilità del terreno, quando non sia dovuta