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216 | mezzi di corregg. le qualità fisiche del terr.° |
§ 213. L’ammendamento è quell’operazione per la quale si corregge la composizione fisica del terreno, aggiungendovi quel principio inorganico terroso di cui per caso fosse mancante. E siccome la troppa tenacità generalmente è dovuta alla troppo grande proporzione d’argilla, dovrebbesi correggere coll’aggiunta di una data quantità di sabbia, in modo che la proporzione dell’argilla non superasse l’80 per cento. Questa operazione che a prima vista sembra assai facile, pure è molto dispendiosa dovendosi spesso scavare e tradurre sul campo tanta sabbia che formi il quinto od il sesto dello strato arabile. Inoltre la perfetta mescolanza colla sabbia non succede così presto quanto si crede. L’unico caso d’ammendamento possibile si avrebbe quando la sabbia si trovasse poco sotto il soprasuolo, e che, con un lavoro più profondo dell’ordinario, si potesse poco a poco mescolarla all’argilla sovrastante. Ma questo caso è rarissimo.
§ 214. La coltura è quell’operazione per la quale movendo il terreno colla vanga o coll’aratro, lo si rende più poroso e pervio agli agenti atmosferici.
Sin da tempi antichissimi si praticava la coltura allo scopo di fertilizzare i campi e di mondarli dalle erbe cattive. Era poi opinione che l’acqua, trasportando nelle parti inferiori del suolo l’umore fertilizzante che conteneva, rendevasi necessaria la coltura per richiamarlo alla superficie, ove dalla luce, dal sole e dall’acqua assottigliato e sciolto, veniva dalla pianta assorbito. Quindi negli statuti dei comuni italiani, massime di quelli posti lungo gli Appennini, era comandata la coltura, eseguendo tre, quattro ed anche cinque arature prima di seminare. Un altro mezzo che usavasi per ridonare ad un terreno stanco la sua fertilità, era quello di lasciarlo riposare un anno o più, ogni sette, ogni cinque e perfino ogni tre anni. Questo terreno in istato di riposo chiamavasi maggese o novale; ed una tal pratica era conosciuta sino dagli Egiziani.
Si avverta però che le dette arature devono essere ese-