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climi agricoli.

§ 184. Quasi tutti gli scrittori d’agricoltura avendo voluto generalizzare di troppo i loro precetti, hanno dovuto creare dei climi agricoli, e nell’Europa stabilirono cinque diversi climi, cioè quello degli ulivi, quello delle vigne, dei cereali, dei pascoli e delle foreste.

Il clima degli ulivi sarebbe il più meridionale, ed esige una temperatura che nell'inverno non s'abbassi più di -7° o -8°, e per non più di 7 a 8 giorni, e che dall’epoca della fioritura, che succede quando la media è a 19°, ai primi freddi o geli riceva 4000° di calore solare ed atmosferico. Per fare questo calcolo può ritenersi nei giorni sereni e tranquilli la temperatura solare supera di circa 11° la media atmosferica. Nel clima degli ulivi vegetano però bene gli agrumi, le vigne, le piante a frutto dolce, i cereali, ed anche i pascoli e le foreste, quando vi si unisca la frequenza delle pioggie, molta umidità atmosferica, o l’irrigazione artificiale.

Il clima delle vigne esige che dopo la fioritura, ossia dopo che la media è al 18° circa, vi si possa ottenere un calore solare ed atmosferico di circa 2600, prima che la media atmosferica vi discenda al 15°, sotto la quale l’uva cessa di maturare. Anche questo clima, ad eccezione dell’ulivo, è atto ai cereali, alle piante da frutto, ed a pascoli e foreste, quando vi si associ una corrispondente umidità atmosferica od artificiale.

Il clima dei cereali, che prende per base la coltivazione del frumento, abbisogna d’un calore estivo (solare ed atmosferico), di circa 1600° dopo la fioritura, che succede quando la media è al 16°.

Il clima dei pascoli esclude la siccità estiva, ed esige che il terreno evapori meno di quanto ha ricevuto in umidità per le pioggie, ossia che nell’estate conservi da ¼ od 1/5 del suo peso in acqua.