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della luce.

§ 159. I raggi solari influiscono sulla vegetazione non solamente col loro calore, ma eziandio colla luce, e persino le muffe che crescono ne’ luoghi oscuri abbisognano della luce per fruttificare. Soltanto nella germinazione i semi amano l’oscurità, tanto più se il suolo è arido. Perciò le epoche migliori per la semina sono la primavera e l’autunno, stagioni umide, con lunghe notti, ma dotate però del calor sufficiente a tale scopo. Nell’estate invece i semi non ricoperti difficilmente nascono, e può dirsi che periscono tutti se manchi un’abbondante umidità. Ma quando la pianta abbia germogliato innalzando la piumetta, essa abbisogna di luce e la cerca dirigendosi verso la di lei sorgente. Se noi portiamo in luogo oscuro una pianta cresciuta al sole, in breve tempo essa perderà il suo bel color verde, sino ad imbianchirsi; e se a questa pianta lasceremo arrivare un raggio di luce per mezzo d’un pertugio praticato nell’ambiente, vedrassi che la pianta dirige verso quel punto le sue foglie ed i suoi rami, riprendendo, nei punti più illuminati, parte del suo color verde. Se invece noi faremo vegetare nell’oscurità qualche radice, come succede nei pomi di terra, nelle rape, ecc., che si conservano d’inverno nelle cantine, essa manderà fuori un lungo ed esile stelo, giallo o bianchiccio, e consumata la propria sostanza cotiledonare o polposa del tubero o della radice, la pianta cesserà di vegetare. Su questo effetto della privazione della luce è fondato il metodo d’imbianchire e rendere più tenere le verdure de’ nostri orti, ricoprendole o rivestendole artificialmente in modo da intercettar loro il contatto della luce.

Senza luce non vi ha assimilazione di carbonio, cioè la pianta non respira e non elabora la linfa ascendente, per cui non aumenta nè consolida le cellule del tessuto cellulare, nè può assimilarsi le sostanze inorganiche, alterata così nelle sue principali funzioni che servono alla nutrizione; epperciò, se