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del calore nella vegetazione. 125

variazioni del calore diurno, ed a quelle delle stagioni, ma eziandio a quelle di molti e molti anni.

Notate che dissi succedersi questi fatti nella nostra latitudine, cheèse noi ci portiamo più verso i poli, ove le variazioni di temperatura sono più sensibili e di lunga durata, troveremo che lo strato terrestre a temperatura invariabile va sempre più portandosi in basso; laddove se ci portiamo verso l’equatore, questo strato si fa più superficiale fino ad essere di soli 0m,33 sotto, la superficie; in modo da potersi dire che ogni 2 gradi di latitudine si approfonda di un metro. Vi ha però un’altra circostanza che può modificare questa profondità quale sarebbe la maggiore o minore umidità e la maggiore o minor compattezza del suolo e la sua facoltà conduttrice per il calore.

§ 139. Con questo dunque io non intendo dirvi che la terra non abbia un calore proprio, ma soltanto che questo calore non ha influenza alcuna sulla vegetazione. Che la terra abbia un calore proprio possiamo convincersene colle seguenti prove.

Approfondiamo ancor più dei 24m il termometro che abbiamo sotterra e portiamolo verso i 30m circa e lo vedremo innalzarsi di poco sulla temperatura che avevamo trovata. Seguitiamo ad approfondarlo ed il termometro continuerà ad innalzarsi con una certa progressione quasi regolare, che dalle molte osservazioni istituite può stabilirsi di 1° per ogni 30m circa di profondità. Per esempio il pozzo di Grenèlle a Parigi, profondo 505m, dà un’acqua di 25°, mentre la temperatura media atmosferica superficiale è di 10°, con che si avrebbe un aumento di 1°, per ogni 30m. In China vi sono degli scavi ancor più profondi dai quali sgorga un’acqua quasi bollente. Insomma, continuando coll’anzidetta progressione, a 3 chilometri si avrebbero 100°; a 30 chilom. 1000°, temperatura sufficiente a fondere la maggior parte dei metalli e delle terre conosciute; a 50 chilom. si avrebbe un calore di 1600°, che fonderebbe il granito; a 100 chilom. più