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zia Maria e non vi bagnate con quel gran diluvio che vien giù domani.

— Sì, sì, non se ne parli più.

— Sarà per un’altra volta.

«Meglio così», pensò Renato che quel tira e molla stomacava; ma si sentì proprio infelice a contar così poco nella vita. La sua l’aveva detta anche lui e con molta energia;, ma chi se n’era dato per inteso?

Si riscosse nel sentir Gino che di là cantava a squarciagola. Non s’era accorto ch’egli poco fa, mentre l’Anna portava il dolce, s’era allontanato. Ora, percorrendo il lungo corridoio per rientrare in sala da pranzo, cantava tirando le note in lungo e stonando maledettamente come sempre:

— Io sono San Pietro.... Io sono il santo Pietro!...

Qualcuno disse:

— Quant’è bizzarro quel ragazzo.

E una zia:

— Mi sarebbe tanto piaciuto fargli studiare il piano.

Ma Renato aveva compreso e il cuore gli aveva dato un balzo: Gino s’era impossessato delle chiavi di casa!

Gli diede un’occhiata d’intelligenza e gli disse forte:

— E io sono un pellegrino....