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niola che vanno alla Serbia. Un piccolo regno d’Ungheria....

— E cosa fai dei paesi tedeschi dell’Austria?

— Son pochi. Ecco, vanno alla Germania.

— È giusto.

— E questi — concluse Renato — sono i paesi che vanno all’Italia: il Trentino, la Contea di Gorizia e Gradisca, Trieste, l’Istria, Fiume, la costa croata, le isole e la Dalmazia.

Questo era secondo giustizia.

Ma Renato pensava:

«Quando avremo compiuto tutte queste cose tanto belle, avremo pur diritto a qualche compenso e potremo bene ingrandire l’Italia almeno fino alla Drava, per dominare a nostra volta su sloveni e croati. Quanto agli altri paesi per ora ci basterà mantenerli sotto il nostro protettorato; perché altre guerre e altre conquiste ci attenderanno, nei mari lontani, dove andremo a strappare agl’indigeni e agli inglesi le più belle colonie.

«L’Italia è il nostro paese che amiamo sopra ogni cosa. È il paese più grande del mondo; e non v’è dubbio che noi lo sapremo ingrandire anche nei confini, tanto da far sentire anche ai suoi più accaniti nemici, se non la sua grandezza, ché son troppo barbari per comprenderla, almeno la sua potenza e magnanimità».

Egli ora non faceva più quei sogni puerili d’una volta, quando pensava mortificato che l’Italia non aveva il più gran fiume del mondo, né l’alpe più alta, né la più popolosa città, o s’avviliva perché