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LA POESIA



I


II
o sono una lampada ch’arda

soave!
la lampada, forse, che guarda
pendendo alla fumida trave,
la veglia che fila;

e ascolta novelle e ragioni
da bocche
celate nell’ombra, ai cantoni,

là dietro le soffici rócche
che albeggiano in fila:

ragioni, novelle, e saluti
d’amore, all’orecchio, confusi:
gli assidui bisbigli perduti
nel sibilo assiduo dei fusi;
le vecchie parole sentite
da presso con palpiti nuovi,
tra il sordo rimastico mite
dei bovi: