Pagina:Canti di Castelvecchio.djvu/209


LA TESSITRICE



Mi son seduto su la panchetta
come una volta... quanti anni fa?
Ella, come una volta, s’è stretta
su la panchetta.

E non il suono d’una parola;
solo un sorriso tutto pietà.
La bianca mano lascia la spola.

Piango, e le dico: Come ho potuto,
dolce mio bene, partir da te?
Piange, e mi dice d’un cenno muto:
Come hai potuto?

Con un sospiro quindi la cassa
tira del muto pettine a sè.
Muta la spola passa e ripassa.

Piango, e le chiedo: Perchè non suona
dunque l’arguto pettine più?