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il mendico 159


M’hai dato la dolce speranza
che arretra se il cuore s’avvia,
l’immemore cuore che avanza
su nave che scìa.

IV


Ho errato seguendo le foglie
che il vento sospinge per gioco,
sostando non più che alle soglie,
per poco,
tra l’ira dei cani.

Ho errato nel mondo sì bello,
seguito da un cupo latrato,
tendendo all’oblio del fratello
mutato
le simili mani.

Son giunto: alla tomba; che trova
contigua la querula cuna,
com’onda, ad ogni attimo nuova,
ritrova la duna.

Se a me non fu dato vederti
mai, ora non, avida ancora,
tentando le palpebre inerti,
lavora
la cieca pupilla.