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PASSERI A SERA



L’uomo che intende gli uccelli, i gridi
dei falchi, i pianti delle colombe,
ciò che le cincie dicono ai nidi,
e il chiù, che vuole più dalle tombe;

siede a un cipresso. Passa, e lavora
sempre, un aratro, là, là, soletto,
con qualche voce ruvida. È l’ora
che vanno i bruni passeri a letto.

Chi vien dal monte, chi vien dal piano:
tutti al cipresso. Cantano: — Sì...

Ora, sebbene tu non ti scopra,
sappiamo quanto buono tu fossi
ponendo pietra su pietra, e sopra
facendo un tetto d’embrici rossi.

Per chi? Per questi passeri... È breve,
di verno, il giorno, la notte è lunga:
tu vuoi che prima ci esca la neve,
tu vuoi che il sole prima ci giunga.