non sorriso di fiori non gaio d’augelli richiamo.
18Tu, inconsapevole schiavo di eterna legge,
tu, efimero vivente intento all’opera eterna
20di vita, allora al divenir del mondo
umile fosti ed utile strumento, e passasti e, nel grembo
22tranquillo, il mare al fine ti raccolse;
il mar di vita e di morte origine alterna e perenne,
24il mare abisso di misteri profondo.
Volava intanto la terra, da l’infinito lanciata,
26di suo destino ignara, verso un altro infinito.
Poi dove vasti aprivansi gli oceani sonanti per lunga
28opra di secoli, si incurvarono monti;
e sulle terre giovani impetuosi torrenti
30lor rinnovata foga esercitarono.
Tu nel sepolcro intanto, che il mare costrutto t’aveva,
32dormivi, e in selce lentamente mutavi.
Quando un virgulto nuovo del florido albero antico
34di cui tu, inconscio, alle radici fosti,
improvviso comparve. Fuggiva sempre la terra
36di suo destino ignara, per il cielo infinito.