Giù nelle viscere oscure del monte anzi tempo sepolte
38struggonsi vite giovani,
scorrono vite brevi. O lento, o diuturno supplizio
40di sconosciuti martiri!
Morde il piccone assiduo la roccia, che cede e si sfalda,
42e fra gli strati tenui
il tesoro racchiude; s’annebbia la grotta recente
44di soffocante polvere,
che insidiosa, sottile, gli occhi, le fauci, il petto
46del minatore attossica.
Egli, simile a tarlo, d’annosa querce rodente
48la compage durissima,
striscïando avanza pel tenebroso cunicolo,
50lento, ma infaticabile.
Alla montagna avara strappa del sole antico
52la possanza, da secoli
prigioniera nel sasso, e libera all’uomo la dona
54più delle gemme nobile,
utile come il pane. Inconsapevole eroe,
56alla morte, che assidua