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Sulla punta delle lance
corron fremiti e faville,
sprizzan lampi dagli scudi,
80dalle spade a mille a mille.

Ecco, sopra il caval nero
Rodogauso, a capo chino,
primo corre a vibrar l’asta
84su Rolando paladino.

Dietro a lui, serrata e folta,
la masnada si disferra.
L’aria trema, al grande cozzo
88par che tremi anco la terra.

Tutto il giorno d’arme suona;
ma al tramonto sovra il prato
giacque alfin d’Orlando al piede
92Rodogauso insanguinato.

Nel gran petto duo gran varchi
Durendala aperti avea;
dalle orribili finestre
96il cadente sol ridea.