Pagina:Canti (Sole).pdf/94


pel tremuoto in lucania 37


Al Vesevo che vampe anco respira
    Più largamente, e i perduranti accusa
    Del sotterraneo foco impeti e l’ira!

Che val, Signor, che tutta erri confusa
    Per la città la gente e si addolori,95
    Se al grido altrui, quanto al soccorso, è chiusa!

Che val che di pietà fremano i cuori,
    Se la man de’ frementi ancor non piove
    Sui rovesciati alberghi i suoi tesori!

Il soprastante orror sì poco move100
    Il nostro cor, che la pietà vicina
    Parne di cosa che si pianga altrove!

Signore! I tuoi clementi occhi dechina
    Su le montagne mie! Converti gli occhi
    Su quei mucchi di estinti e di ruina!105

Tu, Celeste Bambin, che, se li tocchi,
    Fumano i monti, e tremano prostrati
    Quasi mansi arïeti ai tuoi ginocchi!...

Tu volgi a le mie valli i tuoi rinati
    Sguardi! chè in esse la zampogna è muta,110
    Che i tuoi santi lenìa sonni beati!

La verginella che venìa vestuta
    De’ suoi veli festivi al tuo fenile,
    Fra le orrende macerie andò perduta!