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luigi la vista 351


        da un poggio aereo....
Vedea nel pian discorrere
La caccia affaccendata.


Contemplando poi il Vulture, «montagna azzurra, disegnata sopra una vasta pianura, terminata dal mare», intende tutta la verità di questi altri versi dei Manzoni:

   Dalle squarciate nuvole
Si svolge il sol cadente,
E dietro il monte imporpora
Il trepido occidente;
Al pio colono augurio
Di più sereno dì.1

Inebriato alla vista delle campagne native, giunge fin anche a immaginare i paesaggi che ne farebbe, se fosse pittore. E qui torna di nuovo quel bel Vulture, «montagna maestosa, pavonazza, serenissima, a varii picchi», e le catene di colline che se ne diramano.2 Ben veggo che questo gentil figlio di Venosa, così poetico in tutto, avrebbe potuto applicare a sè medesimo quei versi del suo famoso concittadino, che quivi bevendo le aure vitali, fu primamente sorriso dalle vergini muse:

   Me fabulosae Vulture in appulo.
Altricis extra limen Apuliae,
Ludo fatigatumque somno,
Fronde nova puerum palumbes
Texere.3

E chi sa che non si rammentasse di qualche sua

  1. Memorie cit., p. 176.
  2. Memorie cit., p. 177.
  3. Orazio, Odi, III, 4.