Quando fia vana, anzi fatal, la guerra,
Di splendido sepolcro avrai mercede!
Altro omai non sa dar l’Itala terra245
Che tombe, incensi e mortuarie tede;
Son queste le sue guerre e i suoi trofei:
E il dican tanti che morir per lei.
Ma tu dura, o guerrier! — Venezia dura;
E noi di nuova carità provvedi:250
Tu che ti avesti nella tua ventura
Tutte le gemme d’Oriente ai piedi;
Per quest’Italia, che di te non cura,
Mendicando pel mondo un pan già chiedi!
Eroina del mar! Siegui i tuoi fati;255
Nè ricordar sul tuo cammin gl’ingrati.
Se potesse l’orror per gl’inuditi
Nuovi misfatti d’una gente ingrata
Chiamar gli estinti dagli eterni liti
A ragionar nella favella usata,260
Fra questi marmi a monumento uniti
Di Poerio verrìa l’ombra sdegnata;
Nè resister potrebbe un’alma sola
A le saette della sua parola.
— Io non chieggo sepolcri, io non pretendo265
Onor di marmi, nè di laudi ho sete:
Se per voi vuolsi rimertarmi ergendo
Ai miei mani un sepolcro, e voi l’ergete:
Io grazia alcuna d’un tal don non rendo,
Che voi stessi, o m’inganno, a vil tenete:270