Allor che giorni splenderan divini,
Ed una patria ed una lingua avremo,
Nè più sul mondo esisteran confini,
Lo stranier soccorrente abbracceremo.
Ed ove anch’oggi per celesti fini165
Ei sovvenir ne debba in tanto stremo,
Tutti armati ne trovi e combattenti
Onde a un tempo ne aiuti e ne paventi.
E sian menzogne le memorie antiche;
E serva lo straniero al nostro dritto.170
Che? Per terra non sua l’aste nemiche
Ei sfiderebbe in marzial conflitto,
E noi dal grembo delle nostre amiche
Vedremlo in campo agonizzar trafitto?
Ben l’universo griderìa sdegnato175
Che fu giusta con noi l’ira del fato!
Tolga tant’onta Iddio. Se ancor non hai,
Popol d’Italia, alcun coraggio in seno,
Pretendi men dagli altri; e il merto avrai,
Che dessi ai giusti sventurati almeno:180
Cessa dai gridi e dai perpetui lai;
Senza essi fora la vergogna meno!
Fra l’ire almanco di tua sorte infida,
Ti compianga la terra e non t’irrida!
Non siasi indarno tanto sangue effuso185
Da pochi ardenti, generosi eroi!
Oh pel guerrier, che in quest’urna fia chiuso,
Figli d’Italia, io mi rivolgo a voi!