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250 sulla tomba di alessandro poerio


Allor che giorni splenderan divini,
     Ed una patria ed una lingua avremo,
     Nè più sul mondo esisteran confini,
     Lo stranier soccorrente abbracceremo.
     Ed ove anch’oggi per celesti fini165
     Ei sovvenir ne debba in tanto stremo,
     Tutti armati ne trovi e combattenti
     Onde a un tempo ne aiuti e ne paventi.

E sian menzogne le memorie antiche;
     E serva lo straniero al nostro dritto.170
     Che? Per terra non sua l’aste nemiche
     Ei sfiderebbe in marzial conflitto,
     E noi dal grembo delle nostre amiche
     Vedremlo in campo agonizzar trafitto?
     Ben l’universo griderìa sdegnato175
     Che fu giusta con noi l’ira del fato!

Tolga tant’onta Iddio. Se ancor non hai,
     Popol d’Italia, alcun coraggio in seno,
     Pretendi men dagli altri; e il merto avrai,
     Che dessi ai giusti sventurati almeno:180
     Cessa dai gridi e dai perpetui lai;
     Senza essi fora la vergogna meno!
     Fra l’ire almanco di tua sorte infida,
     Ti compianga la terra e non t’irrida!

Non siasi indarno tanto sangue effuso185
     Da pochi ardenti, generosi eroi!
     Oh pel guerrier, che in quest’urna fia chiuso,
     Figli d’Italia, io mi rivolgo a voi!