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IL NEGRO




Polve è la man che sulle curve spalle,
     Povero schiavo, t’imponea la grave
     Soma che duri, e tu, fremente e bello
     Di giovinezza eterna, ancor di lenti
     Sguardi saetti e disperati il cielo.5
     Come l’Arte volea, penar t’è duopo
     Durabilmente; ed ogni età che passa,
     Ti vide indarno, o vittima deserta
     Pria de l’uom poi de l’Arte! E te velaro,
     Te misero locato a tanto affanno,10
     D’epidermide d’òr, perchè più vago
     Spettacol si abbian le beate sale.
     Sovra i muscoli tuoi, per l’anelante
     Nudo torace, tremula balena
     Dei candelabri la rifratta luce,15
     E armoniosa ti ricorse intorno
     La canzon de’ felici, e l’odoroso
     Turbine de la danza: e tu, solingo
     Eternamente, eternamente muto,
     Sotto il tuo carco ti contorci, e fremi!20
     E ripensi, anelando, ai soli ardenti
     Dei tuoi deserti, e de’ leoni al cupo
     Lungo ruggito. A voi, torride rupi,