E la tua fronte impallidia pensosa,
E timida scendea sovra la mia,
E una nube d’amor per la vezzosa
Tua pupilla salìa.
E il tuo spirto sentii soavemente145
Gemer fra le mie labbra in un sospïro,
E la fragranza respirai rompente
Dal tuo molle respiro!
E sonarono allor l’etere e l’onde,
Di tal melode che non ha simile,150
E amabilmente si covrir le sponde
D’un improvviso Aprile;
E raggiaron più vaghi i firmamenti,
E infinito smeraldo il mar parea,
E la nostra barchetta acque lucenti155
Senza posa correa.
E più sempre crescea l’onda sonante
Sparsa d’isole d’oro, e nuova cosa
Tu mi parevi, o bianco angiol, natante
Per quell’onda amorosa.160
E i canti, e l’acque, e l’etere infinito,
E i baci, e tutto in un balen vanio,
Tranne l’amore! — Era deserto il lito,
E fu delirio il mio!