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un'ora 169

Da l’ora antica, in cui la terra errante
     Agli amplessi del Sol prima fallio,
     Mai non rivolse al suo celeste amante
                    Un più soave addio!

Per le glauche nel golfo onde tremanti25
     Correan le fosche navicelle a schiera,
     E sul mare a distesa ivano i canti,
                    Come soglion la sera.

Pur fra tante barchette una vogava
     Silenzïosa, e da tutte segreta,30
     E nondimen più leve il mar solcava,
                    E nondimen più lieta!

Tu v’eri meco; e la diffusa avevi
     Candida veste, che per me ti piacque;
     E, come un cigno peregrin, sedevi35
                    Su l’azzurro de le acque.

Soli eravamo! — ed aspettata oh quanto
     Fu da la mia fremente alma quell’ora! —
     Soli, compresi d’un celeste incanto,
                    Che mi comprende ancora!40

Io del mio braccio ti cingea la vita;
     Tu su l’omero mio ti abbandonavi;
     E, tutta in vaghe fantasie rapita,
                    Cieli ed acque miravi.