Chè se non fosti una real donzella105
Ne la beltade e ne l’onor tradita,
Salutavi tu primo in tua favella
La santa luce di Betlemme uscita;
Allor che scese una virtù novella
E in ogni cosa rintegrò la vita;110
E geminò la notte i suoi splendori,
E tacque il verno, e s’ingemmò di fiori.
Come ispirato trovador che canti
Le maraviglie d’una età risorta,
Le limpide iteravi arie festanti115
Per quella notte in tanto gaudio assorta:
E le brevi scotendo ale roranti
Del mistico fenile in su la porta,
Gratificavi i primi sonni a Lui,
Che ne l’Eden compose i canti tui.120
Quanto, solingo augel, quanto al destino
De l’errante poeta il tuo somiglia!
Tu peregrino alato, ei peregrino,
La vostra nota d’una corda è figlia.
Ei, pel mondo vagando, in suo cammino125
E fede e speme e carità consiglia;
E tu dai boschi, ove ramingo aleggi,
Iddio, l’amore, e la natura inneggi.
Citareggiando per diverse prode
Egli in premio soventi ha la sventura,130
E spesso in ceppi, che cantando rode,
La generosa bile invan matura: