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154 al rosignuolo


Chè se non fosti una real donzella105
     Ne la beltade e ne l’onor tradita,
     Salutavi tu primo in tua favella
     La santa luce di Betlemme uscita;
     Allor che scese una virtù novella
     E in ogni cosa rintegrò la vita;110
     E geminò la notte i suoi splendori,
     E tacque il verno, e s’ingemmò di fiori.

Come ispirato trovador che canti
     Le maraviglie d’una età risorta,
     Le limpide iteravi arie festanti115
     Per quella notte in tanto gaudio assorta:
     E le brevi scotendo ale roranti
     Del mistico fenile in su la porta,
     Gratificavi i primi sonni a Lui,
     Che ne l’Eden compose i canti tui.120

Quanto, solingo augel, quanto al destino
     De l’errante poeta il tuo somiglia!
     Tu peregrino alato, ei peregrino,
     La vostra nota d’una corda è figlia.
     Ei, pel mondo vagando, in suo cammino125
     E fede e speme e carità consiglia;
     E tu dai boschi, ove ramingo aleggi,
     Iddio, l’amore, e la natura inneggi.

Citareggiando per diverse prode
     Egli in premio soventi ha la sventura,130
     E spesso in ceppi, che cantando rode,
     La generosa bile invan matura: